Sciarrino, Salvatore: Vagabonde blu 10′



Salvatore Sciarrino: Vagabonde Blu (1998)

La fisarmonica emana un profumo intenso, quello di tutte le periferie del mondo, un misto di balli e miseria. Tale profumo è invincibile, possiamo solo evocarlo e adesso abbandonarci.

Quale la quintessenza? La fisarmonica inspira ed espira, come un polmone, il fiato la anima. Dunque un principio di umanità è racchiuso nel suo meccanismo, una sensibilità forse, spaventosa, che la rende strumento erotico e patetico, docile alla simbiosi tra le braccia di chi suona.

L’espressione “vagabonde blu” proviene dall’astronomia, serve a designare un certo tipo di stelle. Nell’appropriarmene ho strizzato l’occhio alle antologie per virtuosi di fisarmonica, tra i cui titoli dai colori un po’ sfacciati trova ancora posto il gusto Art Nouveau e la sua degenerazione modernista, sofisticata oltre Messiaen.

Nel termine vagare si nasconde l’inquieto, e vago pur vuol dire confuso e indistinto. Bello, inoltre, e incostante, poiché nell’italiano antico vago significava amante.

Per gli archeologi vago sarebbe un grano di collana. Stranamente l’etimo s’apre all’ambiguo: perché bucato, o scorre lungo il filo, o perché rimbalzando si perde?

La dedica è a Teodoro Anzellotti.